giovedì 11 luglio 2013

Il Diacono: una Chiamata per il Servizio

Santo Stefano, Diacono e Protomartire
"Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù" [1Tim 3,8-13].

Cosa fa il diacono: 
"In un grado inferiore della gerarchia (rispetto ai presbiteri) stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani «non per il sacerdozio, ma per il servizio». Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nella «diaconia» della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio. È ufficio del diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l'eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura. Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di S.Policarpo: «Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti» (Lumen Gentium 29).

San Lorenzo, Diacono e Martire
Come diventare diacono:
- Va subito detto che per cominciare il cammino verso il diaconato ci deve essere una esplicita proposta della comunità cui l’aspirante appartiene o almeno tale decisione sia accolta e condivisa dalla comunità.
- A nome della comunità, è il parroco che deve presentare al Vescovo l’aspirante al diaconato. Il Vescovo infine decide se ammetterlo o meno al periodo di preparazione.
- La cosa più importante che si richiede è che il candidato faccia un serio e profondo cammino personale di vita cristiana: di preghiera, di buona testimonianza nella sua famiglia e nella professione, di amore alla chiesa, di comunione e carità nei rapporti umani, di coraggio e forza nelle prove.
- E’ altresì importante e necessario che il candidato sia inserito in modo organico nella vita pastorale della sua comunità: deve essere stimato, conosciuto, attivo nella sua parrocchia. Solitamente diventa diacono ordinato chi già da tempo nella sua parrocchia è riconosciuto come diacono di fatto!
Se il candidato è celibe, l’età minima per l’ordinazione (nella quale assume l’impegno perpetuo del celibato) è di 25 anni; se è sposato, dopo aver compiuto i 35 anni di età, secondo quanto stabilisce il Codice di diritto canonico (CIC 1031).
I candidati sposati devono avere una durata ragionevole del matrimonio, per dimostrare di saper dirigere la propria casa e distinguersi per una positiva esperienza familiare.
Per i candidati sposati è richiesto non solo il consenso della moglie, ma anche la sua testimonianza cristiana o, almeno, un comportamento che non sia di impedimento al ministero del marito.
I diaconi devono dare prova di grande solidità umana e spirituale, quindi una volta ordinati resteranno per sempre nello stato di vita in cui il Signore li ha posti.
Il diacono deve essere in grado di provvedere adeguatamente alla cura umana e cristiana della sua famiglia e a mantenersi con il suo lavoro.
- Il livello di cultura richiesto è quello medio, tale cioè da permettere un percorso efficace di formazione e di studio, seppur contemperato e adattato alle capacità dei singoli e alle esigenze del ministero.
- I candidati sono tenuti a seguire un cammino di formazione che prevede: un anno propedeutico, il rito liturgico della candidatura, il tempo vero e proprio della formazione (almeno tre anni). 

San Francesco d'Assisi, Diacono
Parola, Liturgia, Carità. La figura del Diacono si ritrova già nelle prime comunità cristiane: il suo ruolo è descritto nella Prima Lettera a Timoteo e la parola "diacono" è citata anche nella Lettera ai Filippesi. Moltissimi sono i diaconi divenuti santi: tra questi i più famosi sono Santo Stefano Protomartire, San Lorenzo Martire, San Francesco d'Assisi, San Filippo Evangelista, San Vincenzo di Saragozza, Sant'Efrem etc.
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha riscoperto questa figura, considerando il diaconato non soltanto una tappa transeunte, bensì una chiamata permanente. Le tre parole che riassumono questa vocazione sono la liturgia, la carità e la predicazione della Parola. Il Diacono è ministro della Parola, che deve proclamare e predicare; è ministro della Liturgia, che deve curare e preparare con passione nella Celebrazione Eucaristica; è ministro della Carità, perché deve coadiuvare il Vescovo e il Presbitero nell'assistenza dei poveri, dei malati, dei fanciulli, delle vedove, degli anziani, cioè degli ultimi. Il discernimento di questa vocazione va a lungo vagliato in seno alla Chiesa, con la supervisione del Vescovo. Il seme di questa chiamata al servizio può ravvisarsi non solo nella  volontà del candidato di diventare diacono ma anche in una sua già attiva presenza pluriennale nella comunità ecclesiale, la quale non è spettatrice passiva bensì attivamente deve richiedere e sostenere questa vocazione dinnanzi all'Ordinario del luogo (per altre riflessioni sulla vocazione diaconale si veda sul sito dei Diaconi di Modena e sul sito dei Diaconi di Velletri Segni). 

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